Viaggiare in moto è sinonimo di libertà, scoperta e adrenalina. Ma farlo in due può trasformare ogni uscita in un’esperienza ancora più ricca e appagante. Che si tratti di un breve giro fuori porta o di un lungo viaggio su strada, portare un passeggero implica attenzione, tecnica e, soprattutto, una buona dose di sintonia. In questo articolo ti guideremo passo dopo passo attraverso tutto ciò che serve sapere per vivere al meglio – e in sicurezza – la moto in coppia.
Sei pronto a partire?
Il momento della salita è molto più di un semplice gesto: è il primo contatto con l’equilibrio della moto in coppia. Il pilota sale per primo, con mani ben salde sul manubrio e piedi piantati a terra. Il passeggero, invece, si avvicina sempre dal lato sinistro, appoggia le mani sulle spalle del pilota e mette il piede sinistro sulla pedana. Solo allora può darsi lo slancio per salire a bordo, con un movimento fluido e controllato per non destabilizzare la moto. Un semplice cenno al pilota prima di salire è buona norma: lo aiuterà a essere pronto, con lo sguardo in avanti e il dito sul freno anteriore.
La discesa? Stesso processo, ma in ordine inverso. Mani sulle spalle, mai sulle braccia, piedi sulle pedane e poi giù dal lato sinistro. Un piccolo rituale che, se eseguito correttamente, rende ogni partenza e ogni arrivo fluido e sicuro.
Viaggiare in due significa aggiungere peso alla moto, ed è fondamentale preparare il mezzo di conseguenza. Prima della partenza, regola il precarico dell’ammortizzatore posteriore aumentandolo leggermente, e – se la moto lo consente – rallenta il ritorno per assorbire meglio le sollecitazioni. Anche la pressione degli pneumatici va adeguata: aggiungi circa 0,2 bar sia all’anteriore che al posteriore.
Una piccola checklist prima di partire può fare la differenza tra un viaggio piacevole e uno stressante. Moto pronta? Bene, ora tocca a voi.
Viaggiare sul sellino posteriore non è un’esperienza passiva. Il passeggero deve essere parte attiva dell’equilibrio della moto. In sella a una tourer o a una naked, la posizione è più comoda e rilassata, spesso con maniglie laterali per ancorarsi. Tuttavia, anche in questo contesto, è importante mantenere lo sguardo sulla strada, stringere le gambe al pilota in frenata e contrastare l’inerzia in accelerazione.
Il trucco per non sbattere il casco su quello del pilota? Coordinazione, attenzione e un po’ di pratica. Se la moto è dotata di bauletto posteriore, l’equilibrio in accelerazione sarà ancora più semplice da mantenere.
Le moto sportive, si sa, non sono famose per il comfort del passeggero. Qui la sfida si alza e il livello di partecipazione deve essere massimo. In curva, il passeggero esperto impara a seguire i movimenti del pilota senza anticiparli, mantenendo la testa dallo stesso lato e i piedi in punta sulle pedane per non interferire con la guida.
In fase di frenata, è utile appoggiare le mani sul serbatoio per evitare di scivolare in avanti. Se la guida diventa particolarmente sportiva, il passeggero dovrebbe stringere con le braccia il busto del pilota e diventare un tutt’uno con lui. Una danza su due ruote che, col tempo, può diventare un’esperienza di complicità unica.
Avere un passeggero a bordo cambia radicalmente la dinamica della guida. Per chi è alle prime armi, il consiglio è semplice: guida fluida, niente scatti, attenzione a frenate e accelerazioni. Con l’esperienza, si crea una vera armonia tra pilota e passeggero, fatta di segnali non verbali, fiducia reciproca e gesti coordinati.
Guidare con un passeggero è una piccola arte che si impara con la pratica e con la voglia di condividere la strada. È un’esperienza che richiede cura, attenzione e sensibilità, ma che regala emozioni autentiche, paesaggi condivisi e ricordi indelebili.
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